I racconti in cerca di vite su La Repubblica – i testi online

Sono disponibili nell’Archivio online i racconti scritti per La Repubblica (edizione fiorentina) dal 2012 al 2013. Raccontano le vite di 5 “esuli” toscani (si direbbe “cervelli in fuga”), scritti a seguito di un dossier particolare. Sono usciti, in forma rivista, nella raccolta Il grande regno dell’emergenza (LiberAria, 2016)

Il racconto ispirato a Zoè Gruni, artista tra Rio e Los Angeles: “Davanti a lei, il deserto roteava le sue balle di sterpi, si rassettava in certi spazi con folate di rena come aprendo delle branchie. Era un grande pesce, o un grande serpente, a tratti pelle coriacea di bisonte, per altri tratti qualche ciuffo d’ erba fremente lo rendeva grosso pennuto.”

Il racconto ispirato a Patrizio Siddu, chef a New York:  “Il brulicare delle strade, dei mercati sgolati, dei vicoli spiscettati dai grovigli di storie della Firenze profonda, venivano rievocati ogni sera, nel cuore di Tribeca. I clienti erano – quasi sempre – ben disposti a prestare ascolto ai piatti, che narravano una storia ogni giorno insolita da mangiare.”

Il racconto ispirato a Teresa del Ministro, coordinatrice di un piano di peace-building in Uganda: “A Nakasangola, oltre quei platani-dentature, c’ erano però anche colline sinuose, che spesso ravvivavano in lei il profilo delle terre di Buliciano, nella Val d’ Elsa,e ancora gli immancabili flutti isolani.”

Il racconto ispirato a Lorenza Borrani, violoncellista a Berlino: “La ragazza, l’avevano informato, era un’italiana, una giovane violinista fiorentina, guance ora piene di quello che stava inverando, capelli riccie castani che le cadevano sul volto appassionato, denti avvezzi alla risata senza ingordigia o trance. Eseguiva e si sganasciava, sbilanciando le spalle, riempiendo lo spazio, senza staccarsi dalla mentoniera, seduta in mezzo al salotto dal pavimento di legno.”

Il racconto ispirato a Lorenzo Fusi, curatore a Liverpool: “Quell’individuarsi là dentro, nel borsone, gli fece però subito strano. Si sentì come rimpicciolito, il tronco diminuito, la testa spelata, verso un rachitismo di bimbo: un pupo ingingillito nel suo piccolo mondo borioso di spiegazzati slip.”

Qui sotto alcune scansioni degli articoli

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