Segnalo la mia partecipazione a Più Libri Più Liberi di Roma assieme a Paolo di Paolo il 6 dicembre prossimo, con una importante quanto scontata postilla.
Presentazione del libro di Alessandro Raveggi
IN CASO DI PERDITA (Interno Poesia)
Intervengono l’autore e Paolo Di Paolo
A cura di Interno Poesia Editore
Venerdì 06 dicembre ore 15.
Sala Giove
Seguirà FIRMACOPIE presso lo Stand dell’editore – ORE 16 – STAND G08
PS. In questi giorni si è discusso pure troppo a mio avviso sulla querelle della fiera Più Libri Più Liberi, e non vorrei ritornarci sopra più di tanto.
Mi è venuta però in mente più volte la famosa frase del Vangelo secondo Giovanni, 8:7, mentre leggevo post più o meno ragionati o di scuse incrociate o su amichettismi vari.
Amichettismi che sono inevitabili in una società narcisistica e pauperistica assieme come quella letteraria italiana, dove oramai il personaggisimo conta più della personalità e dello stile, l’anti-intellettualismo fa comodo anche all’accademismo e viceversa – così come vedo dominare una versione addomesticata dell’autofiction, dove l’autore o l’autrice si riferisce a sé stesso e ai propri crucci in modi non mediati, collezionando libri come fossero antologie di Facebook o personali cahiers de doléances da vendere al voyeurismo altrui.
Sono d’accorso sullo stridore tra l’invito ad una persona sotto processo per maltrattementi (non conosco gli atti giudiziari nel dettaglio) e i tempi nei quali viviamo un vorticoso aumentare della violenza contro le donne (e che hanno spinto la fiera a dedicarsi giustamente a Giulia Cecchettin), ma forse ci potevamo fermare prima della gogna incrociata.
Visto che tra poco scatteranno i propositi per il 2025, mi auguro che si torni a parlare in fretta tutti quanti di Libri, e non di Nomi & Amici & Nemici: “quel libro è bello o brutto, perché…”, e non “quel tizio è lì per quello o quell’altro motivo…”. Ne abbiamo un gran bisogno, di ragionare, di ruminare sulle storie in un mondo che pare fuori cornice e indescrivibile, di ragionare sui nostri strumenti inadeguati oggi, novecenteschi e quasi pre-novecenteschi di fronte all’accelerazione che stiamo vivendo, piuttosto che di guardare dal buco della serratura le vite altrui, con invidia o con amore che sia per qualche scalino di potere in più.
Promettiamocelo, di parlare di quella cosa che ci sta a cuore e per la quale passiamo notti insonni, che è la Letteratura, e solo di quella.
(Sì, parteciperò con la mia testa e con le mie idee, alla fiera).
