Cucinare una zuppa di sasso: un book club per bambini

Da un po’ di tempo mi sto interessando a quella nebulosa bellissima che è la letteratura per bambini e ragazzi. Bella proprio perché imprendibile, benché spesso irregimentata in categorie merceologiche abbastanza dubbie (dove finisca il bambino e dove inizi il ragazzo non mi pare chiarissimo, nemmeno negli adulti); bella perché crede ancora al libro oggetto e alla lettura come condivisione non sempre rispettosa; bella perché riprende fin dalle sue origini il piacere di raccontare storie, senza limiti o paletti imposti da editori o distributori.

Da padre, ho vissuto le gioie dei primi libri tattili ciucciati dai miei figli, libri da tirare, da strappare e da smontare, così come la lieta novella del primo “classico” libro d’avventure letto da mio figlio più grande qualche anno fa. Da studioso di Calvino, parlare della Trilogia dei Nostri Antenati con lui è stata ad esempio un’esperienza unica, così unica per me che mio figlio fa quello che deve fare: legge di nascosto, di notte, a scuola, quando ha tempo fuori dai nostri sguardi, legge libri presi in prestito senza vagliarli con noi, coltiva anche lui la clandestinità della lettura, anche di fronte all’autorità paterna, e fa bene.

Credo di potere dire che una delle storie che preferisco in assoluto (includendo quella letteratura che chiamiamo stupidamente “da adulti”) sia ad oggi Una zuppa di sasso di Anais Vaugelade (uscito in Italia per Babalibri). Scoprire che sia l’adattamento di una antica leggenda europea, ha aumentato il mio affetto per quel libro tragico e profondo, essenziale e quasi kafkiano, che viene da lontano. Nell’adattamento della Vaugelade, un lupo vaga solo e apparentemente affranto in un paesaggio innevato e notturno, e connette fra loro disparati animali, nonostante i sospetti di molti nei suoi confronti (perché fidarsi di un lupo feroce? perché farlo entrare in casa?), attraverso la preparazione di una zuppa ottenuta dall’ebollizione di un pesante masso. Ognuno contribuisce con un ingrendiente, la zuppa è così pronta, tutti si ritrovano a cena per celebrare l’evento, ma il lupo (faccio spoiler) si alza e se ne va lasciando tutti sbigottiti, portandosi con sé il masso che intuiamo pesante. Il lupo, il feroce outsider, la minaccia, ha compiuto la sua missione: ha creato una comunità, e ora può tornare a vagare.

Leggere è oggi come fare quella rivoluzione, come portare con sé un pesante masso e sperare che con esso si possa contribuire a fare una comuntà: i miei figli sono spesso distratti come molti dagli schermi video e dalle lore applicazioni e tendiamo ad approccio misto, non censorio, controproducente, in famiglia. Limitiamo l’uso degli schermi, ma soprattutto lo alterniamo ad esperienze all’aria aperta o sportive, sessioni di lettura domenicali tutti assieme e momenti di gioco familiare. Insomma, non ci dimentichiamo di loro nel discorso complesso che è portare avanti una famiglia oggi, con occhi misti di adulti e di bambini. E vederli immersi in uno schermo da accendere come quello della pagina bianca e ticchiolata di caratteri del libro dà una certa speranza che le capacità umane di sentire e ragionare saranno ancora lì per molti anni, se non secoli. Altri animali ci apriranno la porta e la zuppa di sasso, anche del sasso più duro, sarà di nuovo pronta.

Con queste idee in mente, e con una certa voglia di “resistere” ai “tempi bui” e di fare qualcosa di clandestino e condiviso allo stesso tempo, assieme a mia moglie Valeria Farill, abbiamo avuto un’idea: aprire ad inizio 2024 un book club per bambini lettori, partendo dalla realtà che conoscevano, quella della scuola di mio figlio più grande e della sua mitica 4B elementare della Scuola Marconi di Firenze.

Il book club in un anno ha incontrato molti altri bambini tra gli 8 e i 10 anni di tutta la città: ci vediamo ogni 2 mesi, ogni volta in una libreria indipendente differente (per il momento Libreria Alice, Libreria Malaparte e Libreria Todo Modo Di Là), la quale ha il compito di consigliare 3 libri tra i quali votiamo il “vincitore”: lo leggiamo, poi ci troviamo il sabato per una merenda in libreria, e ne parliamo tutti assieme. Sono stati alcuni dei sabati più belli che abbia vissuto quest’anno, e abbiamo avuto fino a 15 bambini vogliosi di dire la loro su di un libro o una storia!

Da qualche mese abbiamo un nome: Gli EquiLibristi. Abbiamo deciso di trovarlo con calma, dopo mesi di esperienza assieme ad una decina di bambine e bambini. Ci piace come suona, ci piace l’idea di giocare in equilibrio senza considerare l’abisso sottostante.

Sabato 7 dicembre festeggiamo alla Libreria Alice (Viale Lavagnini, a Firenze) il quasi-compleanno del book club in una particolare festa natalizia. Dalle 17, incontreremo la scrittrice Paola Zannoner, giocheremo ad un Babbo Natale appeso, mangeremo alcune fette di panottone e ci saluteremo per rinnovarci la promessa di un 2025 di merende in libreria e nuove letture.

Fate un salto e venite con noi a fare una piccola rivoluzione (o anche solo una zuppa)!

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