I miei libri letti, riletti e amati, di questo 2024.

Alcune (non tutte le) letture, e riletture, rilevanti e più belle, tra varie lingue ed anni di pubblicazione, ma libri letti in questo 2024, in ordine sparso e a tratti cronologico, senza stellette o likes. Un anno di letture distratte, letture orizzontali per il libro nuovo, grandi tomi e libri piccolissimi. Ne mancano davvero molti, molti saggi sulla montagna e di ecologia militante ed immaginaria, su Lotta Continua, su Don Milani, ovviamente su Alex Langer, e persino la rapsodica lettura di poesie – Danilo Dolci, tra gli altri, grande scoperta come poeta – e i mille articoli di saggistica accademica… ma that’s all folks! Buon 2025 di nuove letture!

  • Colum McCann, Apeirogon, Feltrinelli, traduzione di Marinella Magri. Il libro migliore per comprendere il conflitto isreaelo-palestinesi di ieri, di oggi, e chissà ahinoi di domani, con una forma a metà tra il saggio e il romanzo di grande godimento per me, e non solo. Un grande e allegorico correlativo oggettivo della tragedia reale.
  • Thomas Mann, La montagna incantanta, traduzione di Ervino Pocar, Corbaccio. Questo libro per me è molto, quasi tutto, IL libro. Riletto più volte (8?), sta nell’empireo, e come i capolavori io come lettore ci sono rimasto imprigionato (nel sanatorio). Lettura obbligatoria per chi voglia sapere scrivere o anche solo saper leggere.
  • Claudio Magris, Microcosmi, Garzanti. Una delle mie letture di quest’anno che mi hanno riportato alla Mitteleuropa letteraria e ad uno dei maestri del contemporaneo italiano.
  • Claudia Durastanti, Missitalia, La Nave di Teseo. Una delle autrici italiane che più leggo e alla quale mi sento più legato, che ripercorre qui la sua strada in un realismo onorico del Sud Italia come frontiera globale, che farebbe bene alla nostra letteratura in genere, specie quella provinciale.
  • Davide Orecchio, Lettere ad una fanciulla che non risponde, Bompiani. Anche qui sento un grande legame con l’autore, e la sua ricerca stilistica mai doma. Qui un piccolo gioiello di fantascienza sentimentale.
  • Daša Drndič, Battle songs, New Directions. Autrice e editore che amo. Drnidic, l’autrice di capolavori come Trieste o Belladonna, rimane una delle mie autrici, e non si darà mai abbastanza del fatto che ci ha lasciati troppo presto. Qui un libro “minore” e del passato, che speriamo arrivi anche in Italia.
  • Robert Musil, Grigia, Silvy edizioni. Questa l’edizione più recente del racconto tirolese crudelissimo e bellissimo di Musil, de quale consiglio anche i Diari e di prendersi il tempo di rileggersi un po’ tutto – L’uomo senza qualità bistrattato da dicerie liceali è uno dei libri più belli di sempre. Siamo ancora nelle zone della Mitteleuropa, che oggi rinasce nel Visegrad dei narratori bulgari, romeni e ungheresi (che sono tra più originali al mondo).
  • Daniel Saldaña Paris, Il ballo e l’incendio, Polidoro, traduzione di Giulia Zavagna. Uno dei migliori narratori messicani contemporanei, al pari di Valeria Luiselli e Alvaro Enrigue, qui una quasi-novella allucinata che vi porterà in modo differente nella Guadalajara di Lowry.
  • Mircea Cartarescu, Theodoros, traduzione di Bruno Mazzoni. L’ottimo Carterescu, uno dei maestri del contemporaneo, qui si misura con le sue potenti armi in un romanzo “distorico” avvicente che si deve leggere, nonostante la lunghezza, tutto d’un fiato, quasi recitandolo ad alta voce. (Ovviamente ode al grande Mazzoni per la traduzione).
  • Miquel de Palol, El Jardin de los Siete Crepusculos, Anagrama. Qui si tratta di un autore di nicchia, di quella globale e altamente letteraria, che è già di culto altrove. In Italia è uscito anni fa per Voland, poi più niente. Libro semplicemente fantastico, benché forse un po’ datato. Un misto di Borges, Eco, e il romanzo di spionaggio, che riprende la struttura narrativa (e l’idea) del Decameron. DA TRADURRE (lo farei io, se sapessi il catalano).
  • Brian Blomerth, Mycelium Wassoni, Wom Edizioni. Degno proseguimento di Bicycle Day, la storia illustrata della vita, delle scoperte e dei viaggi in Messico di Wasson e soprattutto di sua moglie Valentina. Illustrata genialmente, nel modo geroglifico di Blomerth.
  • Agustin Fernandez Mallo, Madre de corazon atomico, Seix Barral. Il modo di ragionare narrando di Mallo incontra il memoriale di lutto paterno con la Formula AFM e ne viene fuori un’altra genialata di Agustin.
  • Bianca Pitzorno, La casa sull’albero, Mondadori. Da un po’ di tempo mi sono messo a studiare la nebulosa bellissima della letteratura per bambini e ragazzi, grazie ad un gruppo fantastico di bambini fiorentini con i quali abbiamo creato un book club. Questa, tra le letture di quest’anno de Gli EquiLibristi, è stata forse la migliore.
  • Lázló Krasznahorkai, Spadework for a Palace, New Directions. Lázló sotto mentite spoglie di un bibliotecario matto insegue a Manhattan Melville, a sua volta inseguito da Malcolm Lowry, a partire dalle architetture fantastiche di Lebbeus Woods.
  • Geoff Dyer, The Missing of The Somme, varie edizioni. Ho avuto la grande occasione di invitarlo a Firenze quest’anno, assieme a Cristina Rivera Garza. Questo è uno dei suoi primi saggi, un’esplorazione entusiasmante, dadaista e dyeriana sul significato dei memoriali di guerra. Ma Dyer bisogna rileggerlo tutto!
  • Cristina Rivera Garza, L’invincibile estate di Liliana, Sur, traduzione di Giulia Zavagna. Raccontare la morte violenta di una sorella in modo inaspettato, originale, e anti-memoriale, attraverso un romanzo documentario molto bello, da leggere per capire la violenza sulle donne messicane dal punto di vista di una scrittrice di frontiere linguistiche e culturali.
  • Neige Sinno, Triste tigre, Neri Pozza, traduzione di Luciana Cisbani. Oramai uno dei temi dominanti della letteratura globale in quanto problema irrisolto di violenza pandemica sulle donne, qui raccontato come un memoir che si fa imprevedibilmente saggio letterario da una vittima di ripetuti stupri da bambina, che non vuole diventare vittima per (non) salvare il ritratto del proprio carnefice.

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