Lo spazio “spirituale” nella narrativa italiana contemporanea. Una conversazione sulla rivista NuBe

Da qualche tempo, mi interesso alla dimensione spirituale nella mia ricerca letteraria, da posizioni da prima timidamente materialistiche, fino ad un certo altrettanto timido animismo. Spiritualità intesa come molteplice domanda: come possibilità di un altrove e di una angelologia (nel mio romanzo sulle vite eretiche di Carlo Coccioli), come religione totalmente letteraria nei miei fantasmi-guida (in “A Città del Messico con Bolaño”), nel rapporto tra multilinguismo e mito di Babele nella letteratura ebraica ne Il Romanzo di Babele, o come ricerca di una nuova simbiosi tra uomo e natura attraverso le reti e le suggestioni del micelio, del mondo meraviglioso dei funghi – di cui ho scritto per il numero zero della rivista Axolotl. Infine, una preponderante dimensione religiosa ed ecologica assieme è emersa nella figura del “profeta verde” Alexander Langer, che ho indagato per il mio prossimo libro.

Era giunto il momento di confrontarmi con alcuni scrittori italiani contemporanei – alcuni, ce ne sono molti – che mi parevano sommamente interessati al tema. Ecco quindi che ho interpellato l’estate scorsa Vanni Santoni, Paolo Pecere, Alessandro Zaccuri, Francesca Matteoni, Giulio Mozzi.

La conversazione è uscita nel quinto numero della rivista accademica NuBe, dedicato al tema. E si può leggere qui.

(La fotografia di questo post è di Francesca Woodman, tratta dalla sua serie sugli angeli)

Lascia un commento