
— Roberto Bolaño
Giovedì 23 gennaio, ore 18.00
Premio Herralde de Novela 2008
Premio Nacional de Ciencias y Artes 2011
New York Times Best Book 2012
«What’s new is the voice, and Sada’s glorious style. . . . It’s impossible not to be swept along by Sada’s manic language, his Cervantean plot twists and his affection for the hero who shares his initials» —Rachel Nolan, The New York Times Book Review, Editor’s Choice
“Daniel Sada will be remembered in Mexico as a literary titan of his time, one of the most innovative novelists in contemporary Latin American letters.” —The Washington Post
La Seconda Guerra Mondiale è appena finita e Demetrio Sordo, un giovane agronomo di inconsistenti ambizioni è preso da una novità: il sesso a pagamento nei bordelli. Proprio in uno di questi, sviluppa una passione per Mireya: è lei l’unica prostituta che desidera, e per averla ogni giorno pagherà una tariffa extra e sarà costretto a chiedere un aumento di stipendio. In breve la sua vita si esaurisce nella relazione fisica con lei. Ma quando la madre lo costringe ad accompagnarla a un matrimonio di famiglia, Demetrio conosce il suo “vero” amore: Renata, dagli occhi verdi. Un amore che nasce in un giro di valzer e cresce tra le righe di lunghe e caste lettere che i due si scambiano, per un periodo che sembra lunghissimo. Le volute barocche del linguaggio di Sada modellano le descrizioni puramente carnali dell’essere amato, accentuando l’ironia della narrazione. La commedia di maniera e corteggiamento si spinge verso la farsa: Mireya mente a Demetrio sostenendo di essere incinta, lui la abbandona su un treno; Renata, guidata dalla madre, non gli si concede per tenerlo legato a sé. Ma perché le due donne desiderano Demetrio? È poco simpatico, non particolarmente intelligente, continuamente in bilico sulle proprie voluttà, e mentendo salta da una decisione sbagliata a un’altra. Forse la risposta è sullo sfondo, nel Messico in piena industrializzazione: Quasi mai ci regala uno straordinario spaccato della vita messicana degli anni Quaranta, con le sue ipocrisie di matrice cattolica e l’impostazione provinciale della quotidianità, in cui la forma è più importante della sostanza. Demetrio è l’eroe epico di questo mondo, che si muove costantemente perplesso ed esitante, magnificamente patetico e pateticamente protagonista.
La storia che Sada ci racconta, al di là delle peripezie, avventure e aneddoti, è un esempio di linguaggio prodigioso. Infatti, senza pause o frammenti superflui, la prosa di Sada conduce felicemente dall’inizio alla fine, questo grande romanzo, esuberante nei toni, insieme drammatici e comici. È tale il potere che Sada affida alle parole che in questo caso sono le parole che generano il racconto e non il contrario.
DANIEL SADA fu considerato il più impegnato avanguardista della sua generazione, paragonato per la complessità del suo progetto a Joyce, Faulkner o a Lezama Lima per l’approccio barocco alla scrittura. Nato a Sacramento, nello Stato di confine di Coahuila, ha raccontato la realtà fittizia di Città del Messico in storie ambientate nei ranch e nei villaggi del deserto del Nord. Fin da subito si è distinto per la stravaganza e lo sperimentalismo della forma, spesso giocato in contrasto con la serietà e l’impegno dei temi trattati. Divenuto famoso nel 1999 con Porque parece mentira la verdad nunca se sabe (Nessuno conosce la verità perché sembra una menzogna), la cronaca di una frode elettorale raccontata in 650 pagine interamente in versi che seguono la metrica dell’Età dell’Oro spagnola, è rimasto fedele al suo visionario progetto letterario fino alla morte, avvenuta nel novembre 2011, pochi giorni dopo la consegna del PREMIO NAZIONALE DEL MESSICO PER LE ARTI E LE SCIENZE. Ha vinto nel 2008 il prestigioso Premio Herralde.