Questo il questionario al quale ho risposto per l’Indagine sulle Poetiche Under 40 del Censimento dei Poeti italiani di Pordenonelegge.
1. In quale città hai studiato?
Firenze
2. Vivi in una città diversa da quella in cui sei nato? Per quale motivo?
No. Ma ho vissuto 3 anni e mezzo a Città del Messico, per lavoro (borsista all’università).
3. Scrivi o hai mai scritto nella parlata, nel dialetto o nella lingua minore (scegli la definizione che preferisci) del luogo in cui sei nato e/o è avvenuta la tua formazione?
No, ma ho scritto in spagnolo.
4. Quali studi hai intrapreso? Cosa hai studiato?
Ho studiato Filosofia all’Università di Firenze. Quindi Estetica per il dottorato di ricerca. Successivamente ho tenuto un post-dottorato in Italianistica.
5. La tua laurea o il tuo titolo di studio hanno a che fare con il lavoro che svolgi?
In parte, ho iniziato con Filosofia della Letteratura e adesso insegno Letteratura, italiano e scrittura creativa in Italiano.
6. Svolgi un lavoro che ha, in qualche misura, a che fare con la tua attività di poeta?
Sì.
7. Quali lingue conosci?
Italiano, inglese e spagnolo.
8. A quali lingue accedi in originale per leggere le poesie?
Italiano, inglese e spagnolo.
9. Che cosa pensi dell’insegnamento della poesia nella scuola?
Pratica utile se associata ad incontri più teatrali e performativi.
10. Al di là dell’interesse legato alle tue esigenze di informazione, ti piace leggere libri di poesia?
Solo in parte.
11. Puoi quantificare il numero annuale?
Da 5 a 10.
12. Quale genere di altri libri ami leggere?
Romanzi e saggi.
13. Qual è il tuo rapporto con la letteratura classica antica (greca e latina)?
Relativo, o comunque mediato dai moderni e contemporanei.
14. E con i classici dell’Otto e Novecento?
Ottimo rapporto. Li prediligo.
15. Quali sono i poeti della tradizione novecentesca che ritieni essenziali per la tua formazione poetica? Per quali motivi?
Pagliarani per la voce, Porta per la lingua, Lucini per le prime poesie scritte a 20 anni, Gozzano.
16. E quali sono le tre opere poetiche pubblicate a partire dal 2000, e scritte da poeti nati dagli anni ’70 in poi, che per te sono particolarmente importanti?
Laura Pugno, “Il colore oro”, per la lingua
Franco Buffoni, “Poesie 1975-2012”, per la raccolta
Elisa Biagini, “L’ospite”, per l’immaginario
17. Ti occupi di promuovere la letteratura e la poesia attraverso iniziative pubbliche?
Sì, ho curato dal 2009 al 2010 il festival fiorentino ULTRA, organizzano presentazioni di libri e sono curatore di un progetto di mecenatismo collettivo per arte e letteratura chiamato “Forward”
18. Quale ruolo hanno la rete e i social network nel tuo occuparti di poesia?
Sono fonte di conoscenza, ma anche di caos. In generale, la rete non è un mezzo ottimale per la lettura di poesia.
19. Hai un blog?
Sì, http://colossole.wordpress.com – Ma è più un sito statico.
20. Collabori per riviste on line e/o cartacea?
Sì, come la rivista Doppiozero, La Repubblica Firenze, etc.
21. C’è, nella tua opinione, spazio per un ruolo pubblico del poeta nella società di oggi?
Non molto, e molto offuscato dal mestiere dello scrittore non-letterario (faccio riferimento alla diabolica distinzione editoriale tra fiction letteraria e fiction non letteraria, che manderebbe in crisi persino Genette)
22. Conosci realtà diverse dalla nostra, per quanto riguarda il ruolo pubblico dei poeti, fuori d’Italia?
Conosco la realtà tedesca, dove è molto forte il poeta slammer. Conosco anche la realtà messicana: sebbene sia particolarmente viva, non presenta grandi novità di struttura rispetto alla nostra. Ma il festival “Poesia en Voz Alta” di Città del Messico è meraviglioso (reading e poeti con 150-200 persone tra il pubblico!)
23. Pensi che si potrebbe intervenire sulla politica culturale attuale e, se sì, in quale modo?
Innovando socialmente – vedendo cioè la cultura come un servizio. Garantendo la biblio-diversità nelle librerie. Occupando le maggiori sedi editoriali. Confermando le esperienze di interazione produzione letteraria e scuola media dell’obbligo. Contrastando la logica e teoria del sempre-peggio, dell’abbassamento, dell’ignoranza del lettore.