Tra qualche giorno, il 28 gennaio, Alfabeta2 sarà di nuovo in edicola e libreria, col numero 6.
Al suo interno, p. 22, un mio saggio dal titolo “Lo spirito (messicano) è un osso. Fenomenologia e frenologia di una cultura violenta”
“In questa fenomenologia messicana, uno sguardo sulla violenza entra di diritto, e porta con sé anche una possibile correzione dell’esotismo. In primis, perché l’impeto passionale, o l’irruenza irrazionale, rancorosa e vendicativa, descritti in datati esempi di una certa Filosofia del Messicano, o in lungometraggi senza speranza come Los olvidados di Buñuel – dove nessuno è risparmiato dallo stigma della violenza, nemmeno la macchina da presa colpita dall’uovo scagliatole contro – fanno parte di una classe universale e trasversale di diseredati ed emarginati. Ed inoltre perché credo che la comunità messicana appaia oggi più che mai tristemente infestata da una violenza modernissima, cordonata e allo stesso tempo coordinata da essa. Una violenza che la lega, direi, definitivamente al Mondo, tanto agognato in società, dei Primi (e di conseguenza, degli Ultimi), senza sentimenti d’inferiorità, ma anche senza alcun vanto.”