“La cecità, l’unica risorsa che mi concedo in città. L’anelito cittadino dovrebbe essere sempre quello di ritrovarsi gli occhi. Di capire chi te li ha rubati: Firenze stessa, per gelosia. O chi la visita giornalmente, in uno stupro di ciglia. O chi l’amministra, per prototipi venduti al chilo d’occhio autoctono. I vostri bulbi ingrassati dall’aria corposa della valle fiorentina sono stati forse strizzati da un qualche Ermete locale sul seno di una studentessa americana, nella cripta di una chiesa segreta, come Santo Stefano al Ponte, o la mimetica e devastata San Pier Scheraggio. Un rito già previsto dalle pagine degli editori locali, appagati dal segnaposto, dal fitto dato storico, dalla scoperta della reliquia. Firenze non solo città d’occhi rubati, ma del segnaposto. In ogni angolo: bandierine, memoriali, ordinanze, cifre, rebus, bestemmie. Non occulta, città totalmente forata, bucata, sbandierata.” Continua su Doppiozero, con tre foto di Francesco Natali.