Venerdì 10 febbraio, di nuovo con Antonio Moresco. A Firenze

Questo venerdì 10 febbraio rivedrò dopo un po’ di tempo Antonio Moresco. Presento infatti la riedizione del suo Gli esordi (Mondadori 2011), alla Libreria Edison in Piazza della Repubblica, a Firenze. Assieme a noi ci saranno Sergio Nelli e Vanni Santoni.

Ho conosciuto Antonio proprio nella mia città, nel 2009. Lui era ospite di un festival letterario che stavo dirigendo. Conversava amabilmente con degli agguerriti curatori di una rivista letteraria alternativa, Collettivomensa, pronti a immortalarlo sul marciapiede antistante il Teatro della Pergola, in una fotografia che ha già fatto storia. Mi sorprese la sua espressione dolce, un po’ distante, il suo sorriso sempre pronto a zampillare: certo poco generoso, ma un’epifania che bastava a scuoterti. La sua distanza era accompagnata da un’obliqua voce fioca.

Di Moresco ho divorato con piacere soprattutto alcuni libri: La cipolla, e il suo erotismo ossessivo, Controinsurrezioni – che reca anche un racconto dimenticabile di Valerio Evangelisti – delizioso nel suo racconto risorgimentale che ha tra i protagonisti Leopardi o il noto acceleratore di particelle svizzero LHC; Canti del caos, da leggere a salti, con una lettura impossibile per qualsiasi editore italiano di narrativa – una lettura, appunto, di salti e balzi al petto (e alla gola) del lettore stesso.

Leggendo Moresco, come ad esempio si legge Gli esordi, si ha l’impressione che la realtà della scrittura vada sempre incontro al rischio di sfaldarsi. Che dietro ad una lingua mai fuori fuoco, ci sia un orrendo fuoco terminale, un olocausto in arrivo. E che scrittura e realtà siano un’unica cosa che vortica. Per questo, i suoi personaggi fanno sempre il loro dovere: mai strafanno, mai si compiacciono delle assurdità o delle pene che toccano loro in sorte. Per questo i suoi personaggio fanno giochi con l’eternità, perché sfidano l’entropia dell’universo sognando un equilibrio mai dato.

Mi fa piacere rivedere Antonio, la persona e l’autore, anche dopo la sua presenza in Messico dello scorso anno, coi miei studenti di letteratura che lo applaudivano, felici di aver ricevuto anche solo delle fotocopie (!) di Canti del caos e de Gli incendiati. E pronti a subissarlo di domande.

Certo, con Antonio non saremo mai d’accordo su Calvino, ma poco importa.

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. pes ha detto:

    Sempre quando nevica, o almeno così dice. Della serie ci scegliamo i giorni. Ma vorrei esserci, neve o no. A che ora, però, che non ricordo?

  2. sarmizegetusa ha detto:

    e chi non viene è un barlafüs

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