“Vorrei poter dire il nome di mio padre. Non saprei quale tempo verbale potrebbe adeguatamente coniugare mio padre. C’è una porzione di tempo che il mio linguaggio non sa coniugare. Un limite, probabilmente, della mia bocca. E’ in questa porzione di tempo che si nasconde mio padre. Se imparo una nuova lingua, mio padre potrebbe tradursi in realtà. Se mi affondo la mano in bocca e ne estraggo una grotta più grande. Se mi accontento di meno me, così che lui possa essere di più.”
(Ben Marcus, Il vestito di mio padre)