“Come si fa oggi a essere europeisti e ottimisti a un tempo? Dichiarandosi soddisfatti di quello a cui siamo arrivati, e anche, diciamolo se volete a voce bassa, orgogliosi di un modello che ha saputo garantire libertà e benessere ad una fascia molto estesa della popolazione, in un modo inedito nella storia umana? Dovrebbero, gli scrittori della mia generazione, cioè i nati attorno agli anni ‘80 del Novecento, difendere questo modello di pace, che ha anche coinciso con il loro coming of age, oppure no? E se sì: perché questo silenzio?”
Un mio articolo-appello su Rivista Studio: imbracciamo le nostre letture e difendiamo l’Europa ora.